Con, in ordine di apparizione, Anna Gaia Ricciotti, Mattia Petricola, Sara Teresa Russo, Miriam Del Seppia, Annalisa Pardi, Giuseppe Doto.
Costumi: Fabrizio Pardi
Luci: Massimo Lupi
Biglietti:
INTERO 10 EURO
RIDOTTO 8 EURO
STUDENTI UNIVERSITARI 4 EURO (ritirando il tagliando presso il DSU nei giorni precedenti lo spettacolo)
Per informazioni: CINEMA TEATRO LUX Piazza Santa Caterina 6, 56127 Pisa
aperta ogni giorno, dal lunedì al venerdì, nei seguenti orari:
ore 9.30 – 13.30
telefono: 050 83 09 43
fax: 050.8310535
www.cinemateatrolux.it
info@cinemateatrolux.it
Libretto di sala di Mattia Petricola:
"Anni trenta del '900. Italia fascista. Per la regia di Nicla Ferri Strozzi va in scena «Il prato dietro lo steccato», dopo una preparazione quanto mai sgangherata.
Nel retropalco ci sono tutti i personaggi di una brillante pièce di teatro sul teatro: il divo, la diva, la regista intellettuale, il bello e dannato, l'assistente di scena, l'attrice agée che rimpiange le vecchie glorie e grida «Merda! Merda! Merda!» per scampare alla iattura. Ogni cosa procede secondo il copione fino all'arrivo del vice prefetto Petazzo, che trasforma un regolare controllo della censura in una caccia al sovversivo. Ogni personaggio sarà allora costretto a gettare la maschera e a scegliere da che parte stare.
Una storia che spegne gli attuali fervori garibaldini dentro una «zona grigia» dove moralità e patriottismo sono nozioni tutt'altro che univoche, in un confronto pericoloso ma necessario col discrimine che separa finzione perfetta e verità tragica, palco e retropalco, recitazione e vita.
Ogni luogo comune del e sul teatro ne uscirà con le ossa rotte".
«E' così il teatro, è come bere un bicchiere d'acqua. Meno ci pensi meglio lo fai. Sì, sì è perfetto così.»
Note di regia di Annalisa Pardi:
Chi conosce il lavoro che svolgo come autore di drammi sa che amo scrivere testi sul mondo del teatro, e che rifuggo dagli argomenti comodi: pertanto mi sembravano doverose due parole su questo testo intricato che non dà giudizi né offre soluzioni.
Le scaramanzie, i riti, le atmosfere del dietro le quinte mi affascinano da sempre. Chi segue i Quieta Movere sa che La prima e l’ultima è l’atto conclusivo di una trilogia sul teatro (Il Molière Immaginario, L’arte dei pazzi): tutte opere falsamente comiche (solo chi guarda la superficie può farsi ingannare), e tutte di struttura corale. La trama, non per caso, ruota sempre attorno alla libertà d’espressione dell’artista, minata dal potere.
Per questi e molti altri aspetti, la mia opera è debitrice di quella cinematografica di François Truffaut (e quindi, di conseguenza, debitrice di Sara Teresa Russo che me l’ha fatta conoscere).
Nello spettacolo assisterete anche a momenti che vi sembreranno inverosimili, da teatro dell’assurdo: ebbene, quei momenti riecheggiano fatti realmente accaduti in questi anni di teatro con la compagnia Quieta Movere.
I personaggi, però, non hanno preso spunto da niente e da nessuno: i personaggi sono sempre amati dall’autore e innocenti—le persone purtroppo spesso non sono né l’una né l’altra cosa.
La prima e l’ultima mi sembra particolarmente in tema anche con il fervore dei festeggiamenti per l’Unità d’Italia. Durante l’anno di celebrazioni, da un lato abbiamo assistito alle arringhe di politicanti che vergognosamente hanno messo in dubbio il concetto di Italia unita; dall’altro lato, per reazione a questa follia, si è udito l’Inno di Mameli e si è visto sventolare il tricolore anche in luoghi e in momenti del tutto inappropriati. Quasi come se la “parte buona” di questa società disfatta avesse necessità di re-identificare se stessa, di riconoscersi in due controversi simboli, l’inno e la bandiera, che peraltro in passato furono assai cari anche ai fascisti.
Il tardivo risveglio patriottico della popolazione italica (simile a quello di chi compra Thriller appena Micheal Jackson muore) mi ha fatto riscoprire una frase di Jules Renard che mi pare riassuntiva dello spirito de La prima e l’ultima: "In fondo a ogni patriottismo c'è la guerra: ecco perché io non sono un patriota".
Questo spettacolo ha l’ambizione di lasciare allo spettatore un castello di domande da porsi; ha il desiderio di invitare tutti a combattere i fascismi, ogni giorno, a casa, sul lavoro, in ogni momento, qualunque sia il colore del fascismo, nella speranza di costruire un mondo in cui ciascuno conosca l’importanza dello spirito critico e del dissenso. E nella speranza che questo idilliaco cosmo non si crei troppo in fretta—o noialtri teatranti non sapremo più di cosa parlare.
Progetto grafico: Anna Gaia Ricciotti
Ora | sabato 26 novembre alle ore 21.00 - 27 novembre alle ore 21.00 |
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Luogo | CinemaTeatroLux Piazza Santa Caterina Pisa, Italy |
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