Le origini di Pisa rimangono ancora misteriose: gli autori classici, da Plinio a Rutilio Namaziano, mettono in rapporto questo nome con quello della città greca omonima situata nell'Elide e sostengono quindi che la sua fondazione sia stata opera dei greci e più
precisamente del re Pelope, oppure di Epeo costruttore del cavallo di Troia, oppure dei compagni di Nestore, profughi appunto da Troia.
Un'altra tradizione, che si rifà principalmente a Catone ed a Servio, lega le origini di Pisa ai Focesi o ai Teuti (teutanes) e posteriormente agli etruschi. una terza (che va da Polibio a Livio) sostiene che il nucleo originario di Pisa fu fondato dai liguri.
Le uniche informazioni certe sono relative alla posizione del primo insediamento urbanistico in prossimità della confluenza delle foci dei fiumi ed Auser, (quest'ultimo oggi scomparso) e al fatto che la città di Pisa fosse dedita a traffici con i Greci, i Fenici e i Galli prima della metà del VI secolo a.C.
Col passare del tempo entrò nell'orbita politica di Roma e fu base di numerose imprese navali romane contro Liguri, Galli e Cartaginesi. Nel 180 a.C. divenne colonia romana. e sotto il consolato di Giulio Cesare ottenne lo status di colonia Julia Obsequens e una maggiore autonomia.
Con la caduta dell'impero romano Pisa non subì la decadenza di altre città: la combinazione del bacino delle acque (l'Arno e l'Auser), la barriera costituita dai Monti Pisani e la la presenza di una discreta flotta navale definivano un assetto favorevole alle necessità difensive dell'epoca.
Rimasta nell'orbita bizantina sino al 600 d.c., lentamente viene assorbita all'interno della Tuscia longobarda: da questo momento inizia l'ascesa di Pisa al ruolo di porto principale del Tirreno e di centro degli scambi della Tuscia con Corsica, Sardegna e coste meridionali di Francia e Spagna.
Con l'avvento dei Franchi e la vittoria di Carlo Magno, la città ebbe una crisi dalla quale si risollevò presto, al punto da diventare la la città più importante della contea-ducato di Lucca.
Con l'avvento dei Franchi e la vittoria di Carlo Magno, la città ebbe una crisi dalla quale si risollevò presto, al punto da diventare la la città più importante della contea-ducato di Lucca.
Proprio ai danni di Lucca, Pisa fu vittoriosa protagonista, nel 1003 della prima guerra comunale in Italia. Dal punto di vista navale invece, l'emergere dei saraceni nel IX secolo indusse Pisa ad allestire autonome flotte per contrastare i pirati, che furono la garanzia dell'espansione della città.
La prima fase dello sviluppo della potenza pisana vede la città impegnata nel contenimento dei pirati saraceni nel Mediterraneo occidentale. Le imprese navali iniziano nell'828 con una spedizione contro le coste africane. Nell'871 Pisa partecipò in forze alla difesa di Salerno dall'attacco dei saraceni. Nel 970, dette un importante contributo alla spedizione dell'imperatore Ottone I che sconfigge una flotta bizantina in Calabria.
La prima fase dello sviluppo della potenza pisana vede la città impegnata nel contenimento dei pirati saraceni nel Mediterraneo occidentale. Le imprese navali iniziano nell'828 con una spedizione contro le coste africane. Nell'871 Pisa partecipò in forze alla difesa di Salerno dall'attacco dei saraceni. Nel 970, dette un importante contributo alla spedizione dell'imperatore Ottone I che sconfigge una flotta bizantina in Calabria.
Il periodo compreso fra il secolo XI e il secolo XIV fu il momento più alto della storia di Pisa: in questo periodo infatti Pisa divenne una potenza commerciale, politica e militare.
Attraverso una serie di vittoriose battaglie (sopratutto ai danni dei Saraceni) e un attento intreccio di relazioni politiche, durante il periodo delle Crociate Pisa giunse a conquistare la Corsica, le Baleari e parte della Sardegna e della Toscana occidentale, ad estendere la propria sfera d'influenza commerciale a tutto il Sud Italia, la Grecia orientale e la costa Mediorientale, nonchè a fondare importanti colonie commerciali in varie parti del Mar Mediterraneo ( Antiochia, Acri, Giaffa, Tripoli di Siria, Tiro, Gioppe, Laodicea ed Accone).
La forte espansione commerciale portò Pisa a scontrarsi con le altre Repubbliche Marinare : Amalfi ( saccheggiata dai pisani nel 1135 e 1137), Venezia e sopratutto Genova.
Con la citta ligure la rivalità fu accesissima e portò nel corso dei secoli a numerose battaglie la cui più famosa fu la Battaglia della Meloria, svoltasi nel 1284 al largo dell'attuale porto livornese: durante tale battaglia i genovesi inflissero una pesantissma sconfitta ai pisani, riuscendo a devastare il Porto Pisano e compromettendo fortemente la loro potenza commerciale.
Un altro duro colpo fu inferto dagli Aragonesi che pochi anni dopo conquistarono tutti gli avanposti commerciali pisani in Sardegna.
Il colpo del totale declino però giunse via terra, con la pesante sconfitta subita nel 1346 nella Battaglia di Cascina contro Firenze, e che fu il preludio alla conquista della città di Pisa da parte dei fiorentini avvenuto nel 1406.
La dominazione fiorentina fu durissima per i pisani: il governo di Firenze, desideroso di tenere soggiogata una così acerrima nemica, impose tassazioni altissime, deportazioni per i pisani ritenuti pericolosi, e una forte presenza militare: ne conseguì un forte impoverimento della città e un forte spopolamento.
Inevitabile fu la rivolta che scoppiò in concomitanza della discesa in Italia di Carlo VIII, il quale dapprima promise aiuto ai pisani rivoltosi, ed in seguito mantenne un atteggiamento ambiguo sino ad accettare , dietro il pagamento di forti tributi, di fornire sostegno a Firenze.
Pisa, nel frattempo alleatasi in chiave antifiorentina con Lucca, Genova e Siena, iniziò una guerra con Firenze che, con alterne vicende, si concluse nel 1501 con la rioccupazione della città di Pisa da parte delle truppe fiorentine ed il definitivo inglobamento di Pisa all'interno del Granducato di Toscana.
Abbandonata ogni velleità di supremazia, durante il Rinascimento Pisa visse la sua vita tranquilla all’ombra del potere dei Medici, ottendone in cambio una forte ristutturazione ed abbellimento urbanistico (si pensi a Piazza dei Cavalieri), lo sviluppo di istituzioni già esistenti (ad esempio L'Università degli Studi di Pisa) e la creazione di nuove ( ad esempio l’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano ).Vissuta la parentesi napoleonica (che fra l'altro porto alla creazione della Scuola Normale Superiore) e tornato sotto il dominio dei Granduchi di Toscana, anche Pisa fu interessata dai fremiti risorgimentali: testimonianza ne è la presenza di un battaglione costituito da professori e studenti universitari pisani nella Battaglia di Curtatone e Montanara durante la prima guerra d'indipendenza.
Entrata a far parte del Regno d'Italia insiema al resto della Toscana, Pisa visse tutte le vicende politiche e militari dell'inizio del '900: in particolare fu colpita da numerosi bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale da parte delle truppe Alleate, il più forte dei quali, nell' Agosto del 1943, rase quasi al suolo i quartieri sud-occidentali della città.
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