venerdì 1 luglio 2011
STORIA DELLA FILOSOFIA, CARTESIO - Schema
DISCORSO SUL METODO SCHEMA
Parte I sez. a §§ 1-5 Preambolo: il bon sens e il metodo,
presentazione del “Discorso” come “fable”(fiaba
della mente)
sez. b §§ 6-15 L’Histoire de mon esprit
collegio gesuita de la Flèche (1607 -1615) con grammatica, studi umanistici, filosofia e poca matematica
va a studiare giurispèrudenza
Raggiunta la maggiore età, con una salute recuperata e il desiderio di conoscere cose nuove, ai primi del 1618 Cartesio si arruolò volontario in uno dei due reggimenti francesi di stanza a Breda, in Olanda, sotto il comando del principe d'Orange. È un periodo di tregua della guerra che oppone la Francia alla Spagna.
Durante il servizio militare incontra Beeckman, si innamora della matematica e scrive il “compendium Musicae”
Parte II sez. a §§ 1-5 La poêle: il modello artificialista (inizia l'ascesi
inframnondana) (costruzione e ricostruzione della mente
con l'intiero come perfezione e il composito come
imperfezione; ). Le precauzioni circa la “tabula rasa” delle
certezze e pregiudizi.
<<L'uomo che procede da solo nelle tenebre>>
sez. b §§ 6-13 Le regulae:
- evidenza
- analisi
- ordine (sintesi)
- enumerazione (“non dimenticare nulla”)
Parte III sez. a §§ 1-5 La morale provvisoria (le tre o quattro massime)
“obbedire alle leggi e ai costumi del mio paese conservando fedelmente la religione di Dio, regolandomi in tutto il resto secondo le opinioni più moderate e più lontane dagli eccessi”. (distinzione cartesiana tra “felicità”, ovvero che viene dalle cose e che è illusione, e tra “beatitudine”, ovvero che deriva da noi stessi.
Agire con risolutezza
Vincere sempre me stesso invece che la fortuna
dedicare tutta la vita a coltivare la ragione e a progredire
sez. b §§ 6-7 Nuova fase di viaggi(9 anni- spettatore della
vita, sradicamento dei pregiudizi). Infine si ritira ad Amsterdam (ho potuto vivere così solitario come nei deserti più remoti).
Parte IV §§ 1-3 Anima(MENS)-DIo Il cogito (SE MI VALUTO
METAFISICA IMPERFETTO è
PERCHè HO IL CONCETTO DI PEFETTO DENTRO DI ME), non sono io a creare i concetto di perfezione perchè dall'imperpetto non può derivare il Perfetto -principio di causalità: 1) volli supporre che tutte le mie certezze fossero inganni;2) mi accorsi che l'unica certezza era il "penso dunque sono"; 3) Anima, corpo4) capii che le cose da noi percepite con chiarezza sono vere, 5) dubito= imperfezione, vedo chiaramente= perfezione 6) perfezione ed imperfezione (derivanti da cosa?) -- EX NIHILO NIHIL FIT) la perfezione deriva dalla nostra parte migliore, l'imperfezione dal nulla... 8) ma l'idea di DIo, essendo perfettissima e più perfetta delkla mia essenza, da chi mi deriva?? da Dio !9) in un certo senso è provata l'esistenza di DIo
IDEE, oggetti e contenuti del pensiero (più o meno perfette)
§§ 4-5 Dio
§§ 6-7 precisazioni (differenza sogno/veglia; veracità di
Dio); prove dell'esistenza di DIo : 1)nell'idea di essere perfetto vi trovavo compresa l'esistenza nel medesimo modo che nell'idea di triangolo è inclusa l'idea che i suoi tre angoli siano uguali a due retti, o in quella di sfera che tutte le parti della sua supercicie siano equidistanti dal cnetro.
Sonno/veglia : del corpo si ha una certezza morale, ma quando si parla di certezza metafisica tutto cambia.
L'imperfezione che procede da DIo ( e quindi un nulla che procede da Dio) è abbastanza contradditorio.
Parte V La concezione della realtà: il mondo e l’uomo
La fable del mondo, la nascita del mondo (descrizione della luce, delle stelle, del soloe, dei cieli, della terra, dell'uomo, eccc, infiniti mondi, descrizione corpi inanimati, delle piante, degli animali, MOTO DEL CUORE E DELLE ARTERIE; L'uomo macchina), tutto a favore dell'anima: dimostrazione che essa è scissa e distinta dal corpo.
Parte VI Ruolo della scienza e questione della pubblicità
del sapere
Filosofia Moderna << 1600
- rivoluzione scientifica (Keplero, Galileo, ecc.)
- scoperta dell’America
- nascita della “religione protestante” (Calvino, XVI sec) : Calvinismo, con la “predestinazione”. Segue la cosiddetta “ascesi inframondana” (Max Weber) ed introduce la “razionalizzazione e pianificazione della condotta e della vita”. E’ così che è possibile parlare di “metodo”. Dio diviene qualcosa di completamente distaccato dal mondo e dall’uomo; in più Dio è inconoscibile: l’uomo così è costretto ad una continua opera di riflessione ed autocritica pwer scorgere in se stesso i germogli di un predestinato, di un eletto di Dio. <<< pure il Dio di Cartesio è un Dio lontano e il mondo e l’uomo sono disincantati.
- influenze delle’animismo e dell’alchimismo: opera diretta sul mondo (però priva di un vero è proprio metodo razionale).
- Cosmo infinito o finito : basti ricordare Giordano Bruno (Cartesio dirà che la materia è indefinita e Dio è l’unico infinito.
- contrasto tra la “vecchia scienza” (aristotelica, qualitativa) e la “nuova scienza” (Keplero : es. le orbite non sono più circolari, non si ha più una posizione di centralità, non v’è più un ordine gerarchico, infinito contro finito)
- il moto divine uno stato e non una proprietà, una qualità. Il molto non è quindi legato all’essenza degli elementi.
Cartesio sceglie il francese come lingua (lingua nazionale), e usa il titolo “discorso” per dare l’idea di un genere letterario molto informale, cioè “prefazione o avvertenza” (prefazione alla raccolta dei tre saggi scientifici). Parlare del metodo significa scrivere in prima persona: scrive dell’itinerario personale, soprattutto del percorso della mente. In più Cartesio precisa nella pagina 7 . “qui c’è che vi vuole dire come si fa… ma non vi fidate, tenete la spia della critica accesa, siate lettori attivi.., non deve esserci lettura passiva.. Ciascuno deve giudicare”…. questa scelta è completamente nuova.
I protagonisti del discorso sono Dio, la Natura, l’uomo.
DIO
Il Dio di Cartesio è un Dio simile a quello calvinista: un dio lontano, e l’uomo e il mondo sono quindi disincantati. Dio è il creatore delle verità eterne, verità che hanno vanno di pari passo con le verità matematiche. Dio ha creato tutto come 2 +2 = 4. Dio inoltre crea il mondo continuamente. Si ha così la “teoria della creazione continua” formulata da Cartesio. Poiché un oggetto passi da una fase F1 a una F2 v’è bisogno che Dio induca il cambiamento e che Dio continui l’atto di creazione (il mondo sennò finirebbe all’istante). Dio è infinito, il mondo è finito e secondario, dipendente da Dio. L’uomo dovrebbe dubitare ogni attimo (anche della realtà e della vita), perché se Dio vuole tutto può finire. La natura diviene così razionalizzabile, ovvero può essere abbasstaa alla nostra mente e compresa nei tratti principali. L’uomo può agire nel mondo con un pizzico di libertà: e il suo atto di “volontà” lo rende per un pizzico figlio di Dio.
Il BUON SENSO (Bon sense, Bona mens) I cap, 1-5
Il buon senso evoca la concezione di senso comune. Ma è inteso in positivo o in negativo? In questo incipit c’è un’ambiguità di fondo. È un testo ironico costruito su due registri : 1) quello superficiale - dell’uomo comune e 2) quello inteso da Cartesio - quello del filosofo. Cartesio afferma che il buon senso è la cosa “meglio distribuita” in natura.. Ma perché se è uguale in tutti non arrivano tutti alla stesse conclusioni? Cartesio dice che fondamentale è il “percorso” del pensiero (ci sono infinite vie).
Pensiero ----- percorso ---- cose
Il buon senso (il potere di discernere il vero dal falso) è così una cosa che va conquistata : “ non basta un bell’ingegno, essenziale è un buon uso” (Cartesio vuole dire che le potenzialità le abbiamo tutti, ma l’atto - ovvero il pensare bene- si ha soltanto con colui che ben lo usa”). La questione quindi non è avere il buon senso, ma usarlo bene. SI ha quindi un nucleo fisso (il buon senso… la potenzialità) e un nucleo molteplice (diversità dei percorsi--opinioni). Cartesio inoltre usa la modestia (vera o falsa modestia? - Cartesio per prima cosa rinuncia al suo piedistallo di sapiente). Alla base del bon sense si ha il “metodo” : solo se il metodo è buono si avrà un bon sense. Così le azioni istintive divengono instabili e vane e quello derivanti dal metodo buone e valide. Grazie ad un metodo, e non grazie a capacità personali, si ottiene il buon senso. Così abbiamo:
1) un “sens naturale” - derivante dall’istinti; insito e innato e un 2) “bon sens”(derivante dal metodo) .
LA STORIA DELLA MENTE (ricerca dell’io)
I cap 6-15
Cartesio racconta la storia della mente (la storia di come la mente si è modificata)- Così inizialmente sarà la storia delle false strade intraprese. Cartesio ricerca l’io a) nei precettori, b) nei libri, c) nel mondo, d) in se stesso. Con i primi tre si conclude la prima parte.
II cap 1-5
SI trova nella poèle, ovvero nella camera chiusa con stufa e non ha nessun contatto con l’esterno. Cerca in se stesso il proprio io (viaggio interiore), riflettendo sulla storia della sua mente. Riflette sulle opere: possono essere “composte” o “unitarie” (esempi dell’architetto, dell’igegnere ecc, sparta con il singolo legislatore). Ditruzione degli edifici del pensiero (pregiudizi) e riedificazione per ordine gerarchico.
Il “composto” = caos, irregolare, ordine sovrapposto (tempo, storia)
L’interio = ordine, regolare, ordine ex nihilo, istante.
Il buon senso ha degli ostacoli: la nostra mente è impura e quindi tendiamo a sbagliare, poiché la mente fin dalla nascita è legata agli appetiti. La fonte dell’errore è così interna all’io. Bisogna così “ragionare in maniera pura fin dall’infanzia, attraverso giudizi genuini, solidi e semplici. Bisogna così fare un lungo lavoro su noi stessi, con un ascesi del corpo, lavoro di purificazione.
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